ScopriAMO la Nigeria: Intervista a Pierre, operate VIS

Abbiamo già avuto modo di conoscere Pierre grazie alla sua testimonianza sul Mali.

Pierre ha operato in Nigeria tra il 2019 e il 2020, dove – come in Mali – si è occupato di un progetto sulle migrazioni. Ha lavorato all’interno di un progetto finanziato dal Ministero degli Interni e dall’Unione Europea che riguarda i migranti di ritorno: se un migrante, non soggetto a processo di espulsione, vuole ritornare nel suo paese di origine ha la possibilità di aderire al programma di ritorno volontario assistito. Il programma prevede lo stanziamento di una somma di denaro, che non va in mano al migrante, ma viene gestita dalle associazioni che si occupano di acquistare beni e servizi affinché possa rientrare e iniziare un’attività nel suo paese. Nello specifico, Pierre si è occupato del reinserimento dei migranti di ritorno in Nigeria.

Pierre dove ha vissuto in Nigeria?

A Lagos, una grande metropoli.

Quali difficoltà ha trovato?

Per quanto riguardo il lavoro il problema principale sono stati gli spostamenti. Lagos è una città di 16 milioni di abitanti senza metropolitana, mi è capitato di rimanere bloccato nel traffico per 6 ore.

L’altro problema in Nigeria è che bisogna stare molto attenti, nel senso che molta gente – non tutti ovviamente – cerca di ingannarti, fregarti. Bisogna stare attenti ogni volta che si firma un contratto, che si fa qualcosa, e questo è un po’ stressante alla lunga. In Nigeria tutti i giorni si sente di truffe, anche di truffe bancarie tramite l’utilizzo di software.  Pochi lo sanno ma la Nigeria è lo stato più ricco di tutta l’Africa – con però al suo interno un altissimo divario tra ricchi e poveri – c’è un alto livello di corruzione ma anche un alto livello di istruzione. Quindi diciamo che le loro truffe sono più sofisticate, se così si può dire, rispetto a quelle più “artigianali” che si possono incontrare negli altri paesi.

Anche gli spostamenti tra una città e l’altra a volte possono essere pericolosi, certe tratte è meglio percorrerle in aereo per motivi di sicurezza. È un paese molto difficile. Ricordiamoci che a Nord- Est della Nigeria è presente Boko Haram – lo Stato Islamico – che, per fortuna, per ora è stato contenuto e non ha la forza per allargarsi in altre zone, però non si sa mai.

Sconsiglia quindi la Nigeria ad un operatore inesperto?

Se in Mali se proprio uno volesse potrebbe anche provarci, in Nigeria no, zero. Bisogna avere un po’ di esperienza alle spalle, assolutamente.

Quale consiglio darebbe a chi ci va per la prima volta?

Di stare molto attento. La Nigeria è un paese bello tosto. Bisogna saper scegliere di chi fidarsi.

Qual è stato il suo primo impatto con la Nigeria?

Il primo impatto, rispetto al Mali, è stato positivo perché mi sono trovato davanti questa città gigantesca che è Lagos. Lagos è immensa e offre molte più cose rispetto a Bamako, anche a livello professionale è più facile trovare strumenti e personale preparato.

Torniamo al mondo ideale, la scorsa volta mi ha detto cosa porterebbe dall’Italia e cosa dal Mali. Dalla Nigeria invece, cosa porterebbe?

Anche in Nigeria (come in Mali, n.d.r.), soprattutto nella parte sud del Paese, le diverse religioni riescono a convivere abbastanza pacificamente.

I nigeriani, per la mia esperienza, sono il popolo a cui piace cantare di più. Si sanno sempre divertire, nonostante la complessità della loro situazione.

La religione ricopre un ruolo importante nella vita dei nigeriani?

Si la religione è una componente molto forte della cultura nigeriana. I Nigeriani si definiscono un popolo multietnico, e in effetti la Nigeria lo è, ma molto spesso il fenomeno religioso è anche legato al fenomeno etnico. Non è sempre così chiara la differenza. All’interno della Nigeria ci sono tre etnie principali e si parlano credo più di 40 lingue, le divisioni etniche possono poi sfociare a volte in conflitti religiosi. Alcuni dei conflitti nigeriani non si capisce bene se siano religiosi o tribali.

Una delle cose più strane della Nigeria?

C’è un altissimo divario tra ricchi e poveri. La Nigeria ha delle zono molto, molto ricche: girando per Lagos ti capita di vedere delle macchine super costose che non ti capita di vedere mai neanche in Italia. Poi però se esci da Lagos, o vai in alcune zone povere di Lagos, noti l’enorme divario di ricchezza.

La cosa più strana in assoluto dei nigeriani però, secondo me, è il rapporto che hanno con gli stranieri. La loro maggior preoccupazione è assicurarsi che tu non sia nigeriano. È stranissimo, quando capiscono che non sei nigeriano si calmano, sono più tranquilli, in quanto non hanno più la paura di essere “fregati”. Però poi continuano a dire a te di stare attento e diciamo che ti contagiano con l’ansia [ride n.d.r.]

Poi sono i più grandi parlatori della storia, se iniziano a parlarti non la smettono più. Gli piace parlare a lungo e perdersi in concetti filosofici, se poi nel parlare capita anche di toccare il tema della religione arrivano a uno stato di “estasi” perfetta.

Se potesse cosa cambierebbe della Nigeria?

La corruzione. Molti altri problemi della Nigeria ruotano attorno al problema della corruzione.

Pierre, riesce a descrivermi la Nigeria con un’immagine, un suono e un odore?

Innanzitutto, se penso a Lagos la prima cosa che mi viene in mente sono il traffico e il rumore dei clacson.

Una cosa che ho apprezzato molto è la cucina nigeriana, se ti piace il piccante è fantastica.

Un ricordo particolare che porta con sé della Nigeria?

Il mio primo viaggio quando ho iniziato a realizzare quanto fosse grande la Nigeria. Da una città all’altra ci vogliono all’incirca 6 ore e in 12 ore di viaggio non avevo percorso neanche metà Nigeria. Quindi mi sono accorto di quanto sia gigantesca.

Tirando le fila delle due interviste, dove si è trovato meglio? In Mali o in Nigeria?

In Mali, i maliani sono un popolo più tranquillo. La Nigeria è difficile, credo che la sua storia di dittature, violenze e corruzione abbia generato questo clima. Secondo me le persone di cui non fidarsi non sono la maggioranza, sono la minoranza però è una minoranza iperattiva e che cerca di fregarti. Continuare a lavorare con uno scudo è stressante. Una cosa che mi ha colpito è che dalla Nigeria non emigrano solo i più poveri, ma anche chi ha i soldi a un certo punto decide di emigrare. Parlo per esempio del dirigente che va all’estero regolarmente, con l’aereo e con un visto regolare, e apre un’attività negli Stati Uniti, in Inghilterra o in Canada. Mi ha colpito molto questa cosa delle persone che stanno bene eppure decidono di andarsene.

Crede che questo sia dovuto al fatto che scappano dalla corruzione?

Si. Una cosa particolare è che Lagos è due spanne sopra a tutte le città dell’Africa. A Lagos trovi tutto, ma veramente tutto. Non è la classica capitale africana in cui se ti si rompe un pezzo del computer ti metti le mani in testa. A Lagos trovi tutto, però se parli con un nigeriano e gli dici che esistono città peggiori di Lagos ti guardano come a dire “ma è impossibile!”, loro pensano di vivere nel peggior posto al mondo. Un aneddoto divertente è quando mi chiesero da dove venissi e quanti abitanti avesse Haiti [Paese di origini di Pierre con circa 11 milioni di abitanti, n.d.r.], quando risposi meno di Lagos (che ne ha 16 milioni) ci rimasero malissimo. Non riescono a capacitarsi che la loro città abbia più abitanti di un’intera nazione.

A livello di costo della vita invece, dove si è trovato meglio?

Se trovi i posti giusti come rapporto qualità prezzo è meglio il Mali. A Bamako avevo la corrente 24h su 24, in Nigeria anche se paghi non ti arriva la corrente 24h su 24. Ogni tanto il governo nigeriano, che è il fornitore, taglia l’elettricità. Mentre in Mali il servizio è fornito da privati che garantiscono il servizio costantemente.

Un commento sulla differenza del tipo di migrazione tra il Mali e la Nigeria?

Quando si parla di migrazioni va tenuto conto che molto spesso sono delle aree particolari che hanno un alto tasso di migrazioni. Per esempio: in Nigeria è la zona dell’Edo State, in Mali è l’area di Kayes. Si crea come un ciclo: la gente che emigra manda i soldi a casa, la gente a casa sta meglio e questo incentiva altre persone a migrare. La migrazione è diffusa in tutti gli stati, però esistono delle regioni con una maggior propensione alla migrazione. Bamako ad esempio ha un tasso di migrazione bassissimo, anche perché è una delle città in maggior espansione dell’Africa, quindi un lavoro li si trova. Lagos è la città più ricca dell’Africa quindi anche li si trova da lavorare. I più alti tassi di migrazione li hai di solito lontano dalla capitale, anche se ci sono molti giovani che partono dalle grandi città. Questo finché non entra in gioco un fattore di sicurezza, nel senso che più aumenta l’insicurezza in un’area più è probabile che le persone emigrino.

 

Intervista a cura di Veronica Giordani

 

 

 

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